
Cadiprof è stato il primo degli enti di Confprofessioni ad impegnarsi nell’autocertificazione WCAG; anche Ebipro e Gestione Professionisti hanno già avviato il processo di compliance di accessibilità web attraverso il modello proposto da Lyme Agency.
Il progetto nasce dall’esigenza di rendere un sito web di pubblica utilità accessibile a tutti; questo aspetto che può sembrare banale in realtà nasconde una triste realtà: ad oggi i siti accessibili a utenti con disabilità sono pochissimi.
La web accessibility è la condizione presente nelle interfacce digitali che permette una fruizione agevole a tutti, anche a coloro che sono affetti da disabilità cognitive, permanenti e non, o che necessitano di tecnologie ausiliarie per la navigazione dei siti web.
Da tempo Lyme agency sensibilizza aziende e imprenditori a un approccio più etico e inclusivo alla progettazione di siti web e, avvalendosi di partner estremamente specializzati, promuove per i siti delle aziende, il raggiungimento del livello A riconosciuto dal W3 Consortium.
Esistono tre diversi livelli di conformità all’interno del WCAG: A, AA e AAA.
Il livello consigliato da adottare è il livello A (autocertificazione ottenuta da www.cadiprof.it) considerato indispensabile per soddisfare i requisiti minimi di accessibilità. Questo livello, infatti, racchiude tutti quegli interventi fondamentali da apportare al codice e al contenuto per non precludere l’accesso e la navigazione di un sito a determinate tipologie di utenza.
Tra gli interventi essenziali è possibile citare l’inserimento delle alternative testuali per tutti gli elementi multimediali, l’adattabilità e la chiara distinguibilità dei contenuti interni alla pagina.
Lyme agency dispone di un protocollo di analisi e progettazione interna di website accessibility ormai consolidato: analisi del codice, implementazione delle linee guida, adeguamento della struttura grafica, del codice, dei contenuti e validazione tramite strumenti ufficiali e specifici software test.
Non rendere accessibili le proprie interfacce digitali (soprattutto i siti web) comporta primariamente una discriminazione di carattere sociale, ma anche il precludersi la possibilità di migliorare l’indicizzazione e aumentare sia il volume di traffico che il tempo di permanenza degli utenti sulle pagine.
A seguire un breve video che vi spiega cosa legge un non vedente sul sito Cadiprof: